La NIS 2 non è una checklist né un elenco di adempimenti e nemmeno un insieme di documenti da aggiornare, ma un modello di comando, un modo nuovo di leggere l’organizzazione e le sue dipendenze vitali.
Dopo aver esplorato la portata dell’articolo 24 del decreto NIS (OT e sistemi critici), l’obbligo annuale dell’articolo 30 dello stesso provvedimento (classificazione delle attività) e il ciclo di revisione prescritto dalla Determinazione ACN del 14 aprile 2025, questo quarto e ultimo capitolo della tetralogia dedicata alla direttiva europea unisce tutto in una visione strategica: la costruzione di una postura NIS 2 realmente resiliente che integra tecnologia, processi, persone e responsabilità.
Un’organizzazione non diventa resiliente solo perché ha predisposto politiche impeccabili o perché ha definito ruoli e responsabilità o ancora perché ha classificato correttamente attività e servizi.
Diventa resiliente quando IT, OT, risk management, compliance, organi sociali, manutenzione, produzione, direzione generale e funzioni di controllo iniziano a ragionare:
La NIS 2 offre tutti gli strumenti necessari per costruire questa postura, ma solo se vengono integrati. È come avere una mappa e un sistema di segnalazione che sono utili singolarmente, ma che diventano indispensabili solo se vengono usati insieme.
Ecco come farlo: una guida nella costruzione di un modello operativo che trasformi la NIS 2 da obbligo normativo a infrastruttura di comando.
Per anni la sicurezza è stata interpretata come difesa del perimetro: firewall, antivirus, segmentazione, monitoraggio della rete.
Sono certamente tutti strumenti importanti, ma la NIS 2 ha cambiato lo schema.
Non chiede soltanto di proteggere i sistemi informativi e la rete. Chiede pure di garantire la capacità dell’organizzazione di erogare i propri servizi anche in condizioni avverse. È un salto culturale dal perimetro alla continuità.
La postura è quindi la somma di tutte le scelte che rendono un’organizzazione capace di restare operativa e queste scelte si costruiscono integrando IT, OT, governance e revisione continua.
L’articolo 24 del decreto 138/2024 ha reso visibile un mondo che per molti era secondario: il mondo OT, i macchinari, gli impianti industriali, i PLC, le apparecchiature critiche.
Proteggere un’organizzazione significa proteggere ciò che la fa funzionare e ciò che la fa funzionare vive in due dimensioni:
Queste due dimensioni devono diventare un’unica architettura mentale e operativa.
Una vera postura di conformità alla NIS 2 è realizzata in concreto quando:
Quindi, la distinzione culturale tra IT e OT non è più sostenibile.
Nel secondo articolo della tetralogia abbiamo visto come l’articolo 30 del decreto NIS obblighi le organizzazioni a classificare annualmente le proprie attività e i propri servizi.
Quella classificazione non è un esercizio descrittivo, ma il cardine del processo decisionale.
Infatti, potrà definire priorità, budget, misure, architetture, SLA, piani di emergenza, se l’organizzazione conosce quali:
Ecco perché l’articolo 30 è un vero e proprio indicatore strategico.
Una struttura che non si aggiorna muore. Una procedura che non viene rivista diventa obsoleta. Euna catena di comando che non evolve perde efficacia.
La Determinazione ACN del 14/04/2025 stabilisce, tra l’altro, che, ogni anno, ogni due anni e ogni volta che un incidente rivela un punto cieco, tutto il sistema NIS deve essere rivisto, aggiornato, ricontrollato, adattato e migliorato.
Questo ciclo costruisce un sistema che funziona e che apprende e una governance che evolve insieme alle minacce.
La postura di conformità nasce anche da questa vitalità.
La nostra tetralogia è volta a dimostrare che la postura di conformità alla NIS 2 è il risultato di un’integrazione continua tra:
Questa integrazione produce cinque effetti decisivi:
Quando tutte queste dimensioni si uniscono, nasce una cultura che non si limita a “fare sicurezza”, ma la incorpora nel modo di lavorare.
Si tratta di una cultura che riconosce:
La postura di conformità diventa così parte dell’identità dell’organizzazione: un modo di essere prima ancora che un insieme di misure ed è qui che la NIS 2 raggiunge la sua maturità.
Arrivati alla fine di questo percorso, auspichiamo che la NIS 2 non appaia più come un insieme di obblighi tecnici ma come un modo nuovo di interpretare il comando.
È un cambio di postura che chiede alle organizzazioni di:
Ancora una volta, la tetralogia ha mostrato che questo passaggio non nasce da un singolo articolo del decreto NIS, ma dall’integrazione viva di tutti gli elementi: la protezione dell’OT e delle apparecchiature critiche, la classificazione annuale delle attività e dei servizi, la revisione ciclica imposta dalla Determinazione ACN del 14/04/2025 e l’unificazione culturale di IT, OT e governance.
Quando questi frammenti si ricompongono, l’organizzazione smette di difendersi a compartimenti stagni e inizia a muoversi come un’unica struttura, consapevole delle proprie dipendenze e del proprio ruolo nel sistema più ampio di cui fa parte.
È proprio qui che la NIS 2 mostra la sua forza: non nel dettaglio di un requisito, ma nella capacità di trasformare un obbligo normativo in un metodo per sapere chi si è, cosa è davvero importante e come ci si prepara a proteggerlo.