Nel sistema disegnato dalla NIS 2 e dal D.Lgs. 138/2024, la relazione annuale del CISO – o, in sua assenza, del Responsabile It – non è prevista come adempimento formale.
Tuttavia è uno strumento con cui, comunque, il vertice può esercitare consapevolmente il proprio ruolo, governare il rischio e orientare risorse e priorità.
Ecco la proposta di una struttura della relazione, distinguendo tra consuntivazione e pianificazione e spiegandone la valenza strategica e la natura dinamica. Si tratta di un documento che può diventare un asse portante della governance.
La direttiva NIS 2 (che punta a rafforzare la cyber security e la resilienza delle infrastrutture digitali in tutta l’UE) non impone la figura del CISO. Eppure, ovunque esista una reale esposizione ai rischi digitali, quella funzione è ormai parte naturale dell’organigramma.
Il D.lgs. 138/2024, all’art. 23 (1), impone agli organi di vertice di:
Per farlo, serve un documento che renda:
È qui che entra in gioco la relazione del CISO. Un atto ufficiale, consegnato almeno una volta l’anno, in grado di raccontare quanto è stato fatto, ciò che è accaduto nonché gli ostacoli, le vulnerabilità emerse, gli audit, le remediation, lo stato dei fornitori, la formazione, gli incidenti, la maturità organizzativa e ciò che deve essere realizzato nel periodo successivo.
Si tratta di un documento che, se redatto bene, diventa uno dei tasselli della resilienza aziendale.
La finalità della relazione consiste nel mettere il vertice organizzativo nelle condizioni di decidere con cognizione di causa.
Il Consiglio di Amministrazione o l’organo equivalente devono poter esercitare il proprio ruolo non per sentito dire, ma sulla base di evidenze ed ecco che la relazione permette al vertice di:
La relazione appare quindi come il ponte tra chi deve sapere e chi deve agire.
La relazione potrebbe/dovrebbe essere articolata in due grandi blocchi: la consuntivazione del periodo passato e la pianificazione del periodo successivo.
Questa suddivisione trasforma il documento in un vero strumento di governo.
In questa sezione confluiscono tutte le informazioni necessarie a fotografare la maturità aziendale e in particolare lo stato di implementazione delle misure NIS 2 cioè un aggiornamento puntuale sulla presa in carico delle misure del piano approvato.
Il CISO dovrebbe evidenziare ciò che è stato fatto, gli ostacoli incontrati, le misure implementate e quelle ancora in corso.
La realtà non è statica. Per questo motivo dovrebbero essere illustrate le esigenze di revisione del piano dovute a:
La relazione dovrebbe anche riportare:
Resoconto delle attività formative svolte, grado di copertura, budget consumato, ricadute operative.
Dovrebbero essere riportati:
La relazione riporta inoltre:
Elenco delle modifiche intervenute, nomine, sostituzioni e stato dei referenti.
Ogni variazione societaria, acquisizione, cessione, riorganizzazione, ampliamento tecnologico deve essere illustrata per chiarire l’impatto sulla sicurezza.
Sintesi del coordinamento, dei rischi condivisi e delle problematiche emerse.
La seconda parte della relazione è la rappresentazione del futuro. È qui che si definisce la maturazione progressiva del sistema NIS 2.
Questo secondo blocco della relazione potrebbe/dovrebbe comprendere:
La relazione non è un documento chiuso cioè non va intesa come un qualcosa che si consegna a fine anno e si archivia con soddisfazione.
Invece è un modello di consuntivazione e pianificazione continua che deve accompagnare l’azienda oltre ottobre 2026, quando – in teoria – tutte le misure NIS 2 dovrebbero essere già applicate.
Il rischio evolve e le vulnerabilità cambiano velocemente; per cui il piano deve essere costantemente aggiornato e il vertice deve essere continuamente messo nelle condizioni di deliberare.
Dunque, la relazione annuale diventa la spina dorsale della sicurezza, il documento che allinea strategia, governance e operatività.
La relazione annuale del CISO per la NIS 2, benché non sia un obbligo, può comunque costituire un efficace atto di comando, perché può rappresentare lo strumento attraverso il quale la complessità viene resa leggibile, il rischio prende forma e il vertice organizzativo può finalmente governare non per intuizione, ma per conoscenza.
Una buona relazione annuale del CISO può davvero contribuire a trasformare la sicurezza da risposta tecnica a scelta strategica.