La sicurezza non vive nei documenti, ma nei sistemi che li mettono in relazione. Dopo aver compreso come la misura/subcategoria DE.CM-01 del FNCDP 2.1, la BIA, gli SL e gli SLA si intrecciano nel nuovo linguaggio della rilevazione, il passo decisivo è costruire una matrice che renda questa coerenza visibile, tracciabile e auditabile e disponibile in caso di controlli da parte delle autorità competenti.
Lo scopo del Modello Organizzativo NIS 2 (Monis) consiste nel trasformare la conformità normativa in architettura gestionale.
Ecco un paio di esempi concreti per collegare concretamente BIA, livelli di servizio (SL), oggetto di contratto (SLA) e criteri di incidenti significativi all’interno di un’unica struttura, applicabile tanto nella Pubblica Amministrazione quanto nel settore sanitario.
Ogni organizzazione dispone di analisi, piani e contratti. Ma troppo spesso questi strumenti vivono in compartimenti separati: la BIA parla un linguaggio
tecnico-gestionale, gli SLA un linguaggio commerciale, le procedure di notifica un linguaggio legale.
Il Modello organizzativo NIS 2 (Monis) [1] nasce proprio per unire questi mondi, restituendo unità di governo alla sicurezza digitale.
Nel Monis, la misurabilità non è un elemento accessorio, ma la sua spina dorsale.
Tutto ciò che viene dichiarato come essenziale deve essere tracciabile fino alla soglia di impatto e ai valori di servizio corrispondenti.
Solo così l’organizzazione può dimostrare che il proprio sistema non si limita a reagire ma prevede, misura e governa.
Il Modello organizzativo NIS 2 (MONIS) è l’equivalente, in ambito sicurezza, del modello D.lgs 231/2001 in materia di responsabilità amministrativa di impresa: una cornice che unisce norme, processi e responsabilità.
Nel suo schema, ogni misura tecnica o organizzativa deve poter essere ricondotta a tre elementi:
In questo modo, la BIA non resta confinata nei piani di continuità ma alimenta direttamente i parametri del monitoraggio e la classificazione degli incidenti significativi.
È la trasformazione del dato analitico in indicatore operativo.
La matrice di correlazione tra BIA, SL e incidenti significativi è lo strumento che rende visibile questa logica.
Può essere costruita in forma di tabella o di registro, integrata nel Monis.
Un esempio di struttura semplificata è nella tabella.

Questa tabella consente di seguire la filiera logica: dall’impatto stimato, ai tempi di continuità fino ai livelli di servizio e ai criteri di significatività.
In caso di ispezione dell’Acn, la correlazione dimostra non solo la conformità formale ma anche la tracciabilità operativa delle decisioni.
Nel contesto della PA, la matrice “BIA-SL-incidenti” assume un valore strategico come atto della politica dell’ente.
Ogni servizio digitale, ogni portale o piattaforma rappresenta un atto di fiducia tra cittadino e istituzione; di conseguenza, definire la soglia di continuità significa dichiarare quanto quella fiducia è tutelata.
Attraverso la propria BIA, un Comune stabilisce che il servizio di anagrafe online non può restare indisponibile oltre 8 ore consecutive (RTO) e deve garantire un livello di servizio di almeno il 98% su base mensile (pari a 14,4 ore per mesi di durata 30 giorni).
Il sistema di monitoraggio registra una caduta del 3% per cause infrastrutturali; il superamento della soglia attiva una valutazione interna e, se l’impatto coinvolge più Comuni o sistemi centrali, la notifica al CSIRT Italia.
In questo modo, il principio di buon andamento dell’art. 97 della Costituzione trova una traduzione digitale concreta.
Nel sanitario, la correlazione “BIA-SL-incidenti” è questione di vita reale.
Un laboratorio di analisi, un sistema di prenotazione, una piattaforma di telemedicina: ogni minuto di inattività ha un impatto potenzialmente clinico.
La BIA, in questo caso, valuta non solo il danno economico ma anche quello etico e reputazionale.
Un ospedale individua un MTD di 2 ore per il sistema di refertazione. Ne derivano un RTO di 60 minuti e un livello di servizio di disponibilità del 99,9%.
Il monitoraggio registra un’interruzione prolungata per guasto del data center esterno: il superamento della soglia comporta l’apertura immediata di un incidente, la raccolta delle evidenze e la notifica al CSIRT Italia entro le 24 ore.
Qui la matrice del Monis diventa strumento di prova e di trasparenza verso i pazienti, la committenza (ATS), i cittadini e le autorità di vigilanza.
La matrice BIA-SL-incidenti non è un documento statico, ma una struttura dinamica.
Ogni volta che cambiano i servizi, i fornitori o le tecnologie, o ancora le normative, la BIA va aggiornata.
Di conseguenza, anche i livelli di servizio e le soglie di rilevamento devono essere riallineati.
Questo chiude il ciclo Plan-Do-Check.Act del MONIS, in coerenza con ISO/IEC 27001, ISO 22301 e ISO 31000.
Con questo quarto capitolo della tetralogia, si chiude il percorso iniziato dalle Linee guida – Specifiche di base dell’ACN fino al Monis.
Abbiamo visto che la misurabilità non è un requisito tecnico, ma una forma di cultura organizzativa che si declina secondo la seguente progressione:
In questa architettura, la sicurezza diventa linguaggio comune tra tecnologia, diritto e gestione.
[1] Per approfondimenti su questi temi si rinvia all Manuale Il Modello organizzativo NIS 2 (MONIS) di Giuseppe Alverone e Monica Perego – Ed. Simone Professionale.