Dic 01, 2025 Attacchi, In evidenza, Leaks, News, RSS
Coupang, colosso del retail sud-coreano, ha confermato di aver subito un data breach che ha esposto i dati sensibili di 33.7 milioni di utenti, oltre la metà della popolazione della Corea del Sud.
Come riporta The Register, il colosso della Corea del Sud ha rilevato per la prima volta un accesso non autorizzato il 18 novembre, ma indagini successive hanno rivelato che l’intrusione iniziale era già avvenuta il 24 giugno.
Tra i dati compromessi ci sono i nomi dei clienti, gli indirizzi e-mail e i numeri di telefono, gli indirizzi di spedizione e lo storico parziale degli ordini e alcuni metadati delle consegne. Dopo la conferma del breach, Coupang ha insistito sul fatto che, nonostante questi dati sensibili siano stati esposti, i dettagli delle carte di credito e le credenziali di login sono al sicuro.

In una dichiarazione alla testata, la compagnia ha specificato che l’attacco ha avuto origine da un server oltreoceano, instradato attraverso infrastrutture al di fuori della giurisdizione coreana. Coupang ha però deciso di non rivelare l’identità degli attaccanti dietro il breach, né alcun dettaglio sull’intrusione.
Secondo alcuni media locali, a causare il breach sarebbe stato invece un ex dipendente della compagnia: si presume che questa persona, un cittadino cinese, si sia licenziato e abbia usato una chiave di autenticazione ancora attiva per divulgare i dati; in seguito, poco dopo la scoperta dell’incidente, sarebbe fuggito dal Paese. Se fosse questo il caso, l’azienda rischia una sanzione molto severa.
Coupang ha affermato di aver subito segnalato l’incidente alle autorità competenti sudcoreane. L’azienda ha immediatamente bloccato l’accesso non autorizzata, rafforzato il monitoraggio interno e coinvolto esperti di una “importante società indipendente di sicurezza“, senza farne il nome.
Il colosso ha inoltre diffuso un avviso pubblico ai propri clienti esortandoli a rimanere vigili e a prestare attenzione a “telefonate, messaggi di testo o altre comunicazioni che impersonano Coupang“.