NIS2: evidenze documentali e obbligo di segnalazione degli incidenti. Come prepararsi
La direttiva NIS2 rappresenta un’evoluzione sostanziale nel quadro normativo europeo dedicato alla s 2025-11-27 12:31:44 Author: www.cybersecurity360.it(查看原文) 阅读量:4 收藏

La direttiva NIS2 rappresenta un’evoluzione sostanziale nel quadro normativo europeo dedicato alla sicurezza informatica, introducendo per le aziende, rispetto alla precedente NIS1, requisiti più stringenti e un approccio più maturo alla gestione del rischio cyber.

Per le numerose entità chiamate ad adeguarsi, le scadenze sempre più imminenti comportano la necessità di importanti processi di riorganizzazione, relativi tanto ai doveri e all’analisi interna quanto alle soluzioni operative.

In questo contesto, due sono gli aspetti di cruciale e immediata rilevanza che le imprese potrebbero erroneamente sottovalutare: la necessità di predisporre le evidenze documentali e il nuovo obbligo di segnalazione degli incidenti.

Evidenze documentali: dimostrare la sicurezza con fatti e processi

Sono significative le novità imposte sul fronte delle evidenze documentali, con l’obiettivo di rendere più concreta e verificabile l’efficacia delle misure di sicurezza implementate.

Alle realtà coinvolte è, infatti, ora richiesto di predisporre e mantenere aggiornate tutte le documentazioni tecniche e organizzative che potrebbero essere oggetto di verifica da parte dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) in caso di audit.

Ciò include elenchi, inventari, piani, politiche, procedure e registri: informazioni che spaziano dal personale dedicato alla sicurezza alle configurazioni di
riferimento, fino ai piani di gestione del rischio e di disaster recovery.
La direttiva pone, inoltre, l’accento sulla necessità di garantire completezza, affidabilità e tracciabilità di queste evidenze, che devono essere facilmente reperibili e consultabili quando necessario.

Ciò implica non solo un aggiornamento periodico dei documenti, ma anche la definizione di ruoli e responsabilità interne chiare per la loro manutenzione e validazione.

Per le organizzazioni, dunque, questa procedura non può limitarsi a un semplice processo di archiviazione documentale.

NIS2, un approccio per le aziende

È fondamentale, infatti, adottare un approccio proattivo che si concretizzi nell’integrazione di solidi processi di logging, auditing e forensics. Un sistema di
evidenze ben costruito non solo agevola la conformità, ma diventa una risorsa strategica per la gestione operativa del rischio.

Oltretutto, è ciò che consente di ricostruire l’avvicendamento degli eventi in caso di attacco, garantire la tracciabilità delle azioni e dimostrare la conformità alle autorità competenti.

La sua mancanza, al contrario, può ostacolare l’analisi, compromettere le
capacità di risposta e aumentare sensibilmente il rischio di inadempienza.

L’obbligo di segnalazione: tempestività e trasparenza come prova di maturità cyber

L’obbligo di segnalazione introdotto da NIS2 impone alle entità soggette di comunicare in modo tempestivo e accurato ogni incidente di sicurezza attraverso la piattaforma digitale di ACN.

Le tempistiche sono definite e precise. Le realtà attaccate hanno 24 ore di tempo per inviare una notifica preliminare dell’avvenuta violazione, 72 ore per aggiornare la segnalazione con un’analisi più dettagliata e, infine, un mese per preparare e presentare un report completo e conclusivo che ne descriva le cause, le azioni adottate a contenimento e l’impatto sulle attività.

Questo nuovo modello di reporting mira, così, a una maggiore standardizzazione dei flussi di comunicazione tra aziende e autorità.

Il rispetto di questo obbligo non deve rappresentare un mero adempimento formale, né il tentativo di evitare una sanzione pecuniaria. La segnalazione è un atto di responsabilità che dimostra la maturità dell’organizzazione in ambito sicurezza.

Una gestione tardiva o incompleta di un incidente, infatti, può generare ripercussioni ben più gravi: rischia di minare, per esempio, il rapporto di fiducia instaurato con clienti e partner, creare danni reputazionali e, nei casi più estremi, compromettere la continuità dell’intero business a lungo termine.

Tempestività e trasparenza, dunque, diventano non solo elementi cardine per rispettare la norma, ma anche valori che riflettono responsabilità e capacità di governance di fronte a una crisi cyber.

Come prepararsi: IRP, investimenti e collaborazione interfunzionale

Alla luce delle novità presentate dalla direttiva, diventa chiaro come adeguarsi a NIS2 non significhi semplicemente aggiornare procedure preesistenti o produrre nuova documentazione.

Richiede, invece, un cambiamento sostanziale nel modo in cui ci si approccia al tema della cyber sicurezza e che deve necessariamente originarsi dalla cultura aziendale, affinché la preparazione al confronto con il rischio informatico sia continua, coordinata e solida.

Il Piano di risposta agli incidenti

Punto di partenza di questo processo è l’implementazione di un Piano di risposta agli incidenti (Incident Response Plan, o IRP) concreto e pienamente operativo. Una policy scritta formalmente approvata non è sufficiente.

Il piano deve essere aggiornato, compreso da tutte le persone coinvolte e, soprattutto, testato. La sua efficacia, infatti, deve essere messa alla prova attraverso esercitazioni simulate (tabletop exercises), uno strumento essenziale individuare eventuali lacune nei processi e migliorare la coordinazione tra le varie funzioni.

Solo attraverso simulazioni regolari e analisi del loro esito è possibile garantire la concretezza dell’IRP.

Investimenti in tecnologia e competenze

Una seconda componente strategica nella preparazione a NIS2 concerne gli investimenti in tecnologia e competenze.

Oggi, infatti, diventano sempre più indispensabili gli strumenti di Security Information and Event Management (SIEM), che consentono di raccogliere, correlare e analizzare in tempo reale i dati provenienti dai diversi sistemi aziendali, fornendo una visione unificata e consentendo di reagire tempestivamente agli eventi cyber.

Eppure, la tecnologia da sola non è sufficiente: deve, difatti, accompagnarsi necessariamente a una formazione continua e completa di tutto il personale, dai tecnici agli executive, fino ai consulenti esterni, equiparati dalla normativa ai dipendenti interni in termini di responsabilità ed obblighi.

La competenza delle persone resta, dopotutto, il primo e più efficace strumento di difesa.

Imprescindibile, infine, un’efficace collaborazione interfunzionale. La gestione degli incidenti non può essere considerata un compito esclusivo del team IT o di sicurezza, bensì coinvolge l’intera struttura.

Management, ufficio legale, PR e service desk sono tutte chiamate a prendere parte attiva nel processo, ciascuna con il proprio ruolo chiaro e definito.

La cooperazione inter-team è la chiave per una risposta di successo, in cui la sicurezza informatica diventa una responsabilità condivisa.

Una struttura di sicurezza realmente resistente e resiliente

Solo unendo piani di risposta testati, tecnologie e competenze adeguate e una radicata cultura della collaborazione sarà possibile non solo conformarsi alle richieste di NIS2, ma costruire una struttura di sicurezza realmente resistente e resiliente, capace tanto di prevenire quanto di gestire e superare con efficacia le minacce di un panorama cyber in continua trasformazione.


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