L’evento con cui Apple ha presentato i nuovi prodotti quest’anno ha avuto un nome succulento. Infatti, il 9 settembre alle 10 di mattina (le 19 in Italia), il Ceo di Apple Tim Cook ha fatto da cerimoniere all’appuntamento “Awe Dropping”, parole che non hanno una traduzione letterale in italiano e che, seppure con precisione difettosa, possiamo trasporre in “rimanere a bocca aperta”.
Se il titolo dell’evento è azzeccato oppure la bocca rimarrà chiusa lo dirà il mercato, saranno le vendite degli iPhone 17, degli AirPods 3, degli Apple Watch Series 11, Watch SE 3 e Watch Ultra 3 a dare ragione o torto ad Apple.
Qui ci concentriamo sulle novità in materia di privacy e cyber security, storicamente care all’azienda di Cupertino che, non di rado, corre ai ripari per sanare falle.
Già durante la WWDC 2025, la conferenza annuale per gli sviluppatori tenuta a giugno, Apple ha enfatizzato gli aspetti legati alla privacy e alla sicurezza.
Apple Event — September 9
Apple, in tempi asincroni, ha introdotto l’esecuzionie in locale di diversi task e la Secure Enclave . Quest’ultima è da considerare la Fort Knox dei prodotti con la Mela. È un coprocessore integrato nei SoC deputato alla gestione di dati sensibili senza l’intervento del sistema operativo.
Ciò significa che se il sistema operativo (iOS oppure macOS) viene compromesso, la Secure Enclave rimane blindata.
Le sue funzioni principali sono:
Nello specifico, hardware e firmware sono separati e possono essere aggiornati solo da Apple e ciò riduce il rischio exploit.
In caso di manomissioni fisiche la Secure Enclave può cancellare chiavi sensibili o rendere il chip inutilizzabile e la protezione contro attacchi side-channel blocca ogni tentativo di recuperare dati sensibili.
Benché non ci siano ancora notizie certe, Apple potenzia la Secure Enclave a ogni nuova generazione di chip e, in attesa della documentazione tecnica di rito, appare ragionevole credere che i chip A19 e A19 Pro a bordo degli iPhone non facciano eccezione.
Un chip wireless sviluppato internamente per sostituire l’hardware fornito da Broadcom. Dal punto di vista della privacy si nota un miglioramento. Supporta Wi-fi 7, Bluetooth 6 e il protocollo Thread per smart home.
Tutto ciò si traduce in una maggiore affidabilità per diverse funzionalità, tra le quali AirDrop e l’hotspot personale.
Apple ha introdotto un aggiornamento di sicurezza battezzato con il nome di Memory Integrity Enforcement (MIE) che mira a ostacolare l’industria degli spyware attraverso una serie di modifiche ai chip, al sistema operativo e agli strumenti di sviluppo.
Per Apple, MIE è “il più importante aggiornamento alla sicurezza della memoria nella storia dei sistemi operativi consumer” ed è ingegnerizzato per offrire una protezione sempre attiva delle superfici di attacco, kernel e processi utente inclusi.
In realtà, tutto ciò richiama le allocazioni di memoria sicure già adottate da Microsoft e ARM. Inoltre, qualcosa del genere è stato introdotto da Google nel 2023 con gli smartphone Pixel 8 e la stessa GrapheneOS – che produce un sistema operativo basato su Android – ha implementato un sistema simile un mese dopo Big G.
Pixels have provided hardware memory tagging (MTE) support since the Pixel 8. GrapheneOS deployed it in production around a month after the launch of the Pixel 8 and we use it for the kernel and nearly the entire base OS. We use it for some third party apps and users can opt-in…
— GrapheneOS (@GrapheneOS) September 9, 2025
Al di là delle polemiche, MIE rende più costoso lo sviluppo di spyware per iPhone 17 e iOS26.
La funzionalità Call screening, il filtraggio delle chiamate, è pensata per rendere la vita più complicata agli scocciatori seriali.
Di fatto, gli utenti di iOS26 potranno scegliere di attivare un filtro per le chiamate da numeri sconosciuti che, nell’accezione di Apple, corrispondono a quei numeri con cui non si è mai interagito in precedenza.
Il telefono risponde da sé e una voce robotica chiede al chiamante il suo nome e per quale motivo sta telefonando. Dopo avere ricevuto queste informazioni, l’iPhone squillerà è mostrerà i dettagli mediante una notifica affinché l’utente possa decidere se rispondere alla chiamata.
Anche in questo caso, però, non si tratta di una novità assoluta: una funzione simile, Call screen, è stata introdotta da Google sui dispositivi Pixel a partire dal 2018 e, con il passare degli anni, è stata perfezionata.
Con iOS26 la portata di Apple Intelligence si espande. Ma le affermazioni di Cupertino in materia di AI sono da prendere con le pinze: dal suo debutto con iOS 18 (quindi nel 2024), il disegno dell’AI di Apple è apparso sempre fumoso e mai davvero incisivo.
Lo sviluppo di Apple Intelligence e i benefici per gli utenti sono stati definiti deludenti dalla stessa Apple e gli azionisti, sul piede di guerra, hanno avviato una causa contro l’azienda. Alla sbarra i ritardi nell’integrare l’AI in Siri che, secondo alcuni investitori, avrebbe causato un deprezzamento delle azioni.
Al di là della cronaca recente, durante l’evento, Apple è tornata sugli aspetti fondamentali della cybersecurity e della privacy che possono essere riassunti così:
Per avere certezza delle novità introdotte da Apple, per il momento diffuse da diverse testate a mo’ di rumor e anticipazioni, è necessario attendere che la documentazione tecnica venga pubblicata sul sito web del produttore.