In questo ultimo scorcio d’estate, molti di noi colgono l’occasione per mettere ordine nella casella di posta elettronica. È un’attività quasi terapeutica: cancellare vecchie comunicazioni, archiviare ciò che serve, liberare spazio e mente.
È proprio durante questa routine che mi sono imbattuto in qualcosa di insolito: un flusso costante di email provenienti da fonti a me sconosciute, a cui non ricordavo di essermi mai iscritto.
Non erano semplici newsletter:
A questo punto mi sono chiesto chi ci fosse dietro a tutto questo. Le newsletter trattavano argomenti diversi – ambiente, finanza, attualità -, ma la coerenza politica e la modalità di presentazione lasciavano intuire un filo comune.
Le ricerche iniziali su Google e Wikipedia non hanno fornito risposte chiare o attendibili, ecco cosa è emerso dall’indagine.
Il nome che ricorre più spesso dietro all’invio di queste newsletter non richieste è quello di Medi&news, un’azienda registrata in uno Stato estero.
Inoltre, i domini usati sono diversi, ma la grafica e l’impostazione dei siti associati sono molto simili.
Le campagne email arrivano da più indirizzi ma sembrano riconducibili a uno stesso circuito pubblicitario.
Le recensioni su Google e Trustpilot segnalano pratiche aggressive nella raccolta degli indirizzi email e difficoltà nel disiscriversi.
Non abbiamo elementi certi per dire se questa sia una campagna orchestrata da Medi&news per generare clic e profitti pubblicitari, oppure una strategia di disinformazione politica per orientare l’opinione pubblica a favore del governo attuale o di una specifica opinione.
Potrebbe, infine, risultare una combinazione di entrambi gli aspetti.
L’aspetto tecnico, per ora, rimane sullo sfondo: i dati relativi ai domini confermano la registrazione in uno Stato estero, ma non è chiaro dove siano fisicamente ospitati i server o chi gestisca concretamente la raccolta dati.
Questo elemento tecnico è importante, però, perché ci permette di agire tramite il Garante per la Privacy, segnalando la potenziale violazione delle normative sulla raccolta e l’uso dei dati personali, soprattutto considerando la difficoltà di disiscrizione dalle newsletter.
Abbiamo già raccolto un set di evidenze – screenshot, intestazioni email, dati
WHOIS – e intendiamo sottoporle al Garante per la protezione dei dati personali.
Nel frattempo, chi riceve queste email può:
Spesso bastano azioni semplici, come la pulizia della posta elettronica, per far
emergere fenomeni meno evidenti ma potenzialmente pericolosi.
Questa esperienza è solo l’inizio di un’indagine che punta a fare chiarezza su chi si nasconde dietro Medi&news, con l’obiettivo di tutelare gli utenti da fake news, spam aggressivo e pratiche scorrette di raccolta dati.
Rimane aperta la domanda fondamentale: siamo davanti a un’operazione di marketing aggressivo, a una campagna politica di disinformazione o a entrambe le cose?
Solo il tempo e approfondimenti ufficiali potranno fornire risposte.