Secondo Cina e Stati Uniti d’America, il quantum computing può potenziare la sicurezza nazionale, la crittografia, la comunicazione e l’intelligence militare. Per questo motivo, entrambi stanno puntando allo sviluppo di tecnologie quantistiche da applicare al settore della difesa.
La risposta della Commissione europea, per non restare indietro rispetto ai grandi della Terra, è sfruttare la stessa tecnologia per migliorare e aggiornare gli approcci tradizionali alla guerra entro il 2030.
Nel campo delle comunicazioni, la tecnologia quantistica rappresenta una minaccia alla sicurezza delle comunicazioni militari tradizionali in quanto riesce a intercettarle e decodificarle, nonostante siano protette da crittografia.
Invece, in quello dei sensori e dei radar è una rivoluzione nelle strategie di guerra, sia sottomarina che aerea, superando le tecnologie stealth in efficacia e precisione.
La Cina sta destinando alla ricerca investimenti importanti in campo quantistico, con focus su innovazione radicale e progetti “megaproject”, radar quantistici per rilevare aerei stealth e sensori quantistici per individuare sottomarini e oggetti nascosti.
Nel campo delle comunicazioni quantistiche, la Cina ha già nel suo armamentario reti protette da intercettazioni e il satellite quantistico Micius e saranno presto applicate a usi governativi e militari.
Inoltre, per intercettare comunicazioni segrete di avversari, si sta considerando l’applicazione dei computer quantistici alla decifrazione di codici e crittografie militari.
Altro settore da integrare con la tecnologia quantistica sarà quello della navigazione satellitare, che potrebbe rendere la Cina indipendente dal GPS e garantire la precisione del posizionamento anche in ambienti ostili.
Se la Cina è leader nel settore delle comunicazioni quantistiche, ad avere il primato del quantum sensing sono certamente gli Usa.
Gli investimenti degli Usa su progetti quantistici hanno raggiunto miliardi di dollari ed hanno visto la collaborazione di dipartimento della Difesa, università e aziende tecnologiche, tra cui Ibm, Microsoft e Intel.
I progetti maggiormente sponsorizzati sono quelli che applicano il quantum computing all’ottimizzazione logistica, simulazioni avanzate, sviluppo di intelligenza artificiale militare e potenziamento di sistemi di arma di precisione.
Nel settore sensoristico, gli Usa spiccano per lo sviluppo di sensori quantistici per intelligence, sorveglianza e navigazione in zone non coperte dal GPS.
Invece, nel settore della crittografia, l’attenzione maggiore è sullo sviluppo di tecnologie di crittografia post-quantistica per la protezione di dati sensibili decifrabili da computer quantistici che riescono a bypassare i sistemi attuali di cifratura.
La Commissione Europa, di fronte agli investimenti in applicazioni militari di Cina e USA per lo sviluppo di tecnologie quantistiche, ha deciso di svelare lo scorso 2 luglio la sua strategia a riguardo, che prevede di trasformare l’Europa in “una potenza industriale quantistica” entro il 2030.
Secondo il vicepresidente dell’esecutivo dell’Ue, responsabile della sovranità tecnologica, Henna Virkkunen, “attori globali come gli Stati Uniti e la Cina stanno investendo massicciamente nelle applicazioni spaziali e militari della tecnologia quantistica” e, “sebbene ad alcuni possa sembrare fantascienza, le tecnologie quantistiche sono già una realtà e le prime applicazioni stanno iniziando a entrare nel mercato”.
Per stare al passo con le grandi potenze mondiali, è necessario far parte di questa rivoluzione tecnologica, considerando che l’ecosistema industriale europeo appare ancora fragile nel campo della ricerca quantistica “a causa della frammentazione tra gli Stati membri”.
Se i finanziamenti pubblici dell’Unione europea hanno raggiunto gli 11 miliardi di euro negli ultimi anni, grazie a capitali come Bruxelles, il supporto dai privati a livello globale resta al 5% rispetto al 50% degli Stati Uniti, per cui spesso le startup europee si trasferiscono altrove.
Si prevede, comunque, che, se si realizzeranno i progressi dovuti nei cinque settori individuati dalla strategia europea, ossia ricerca e innovazione, infrastrutture quantistiche, catene di approvvigionamento, tecnologie spaziali e a duplice uso e competenze quantistiche, per il 2040 si creeranno migliaia di posti di lavoro nel settore per un valore globale di oltre 155 miliardi di euro.
A livello normativo, la Commissione Europea sta lavorando alla proposta legislativa chiamata Quantum Act, per la promozione dell’innovazione e degli investimenti e, come ha spiegato Virkunnen, allo stesso tempo a “una tabella di marcia per le tecnologie critiche nel settore degli armamenti”.
Il potenziale dual-use, sia civile che militare, delle tecnologie quantistiche è vasto, infatti, il quantum computing “potrebbe trasformare radicalmente le strategie di difesa”, consentendo di prendere decisioni operative e logistiche in modo più rapido e accurato, ma anche “aiutare a progettare nuovi materiali di livello militare o a proteggere le informazioni sensibili dalle minacce informatiche”, oltre a rendere le comunicazioni protette da intercettazioni e spionaggio e a permettere il tracciamento di sottomarini e strutture sotterranee, come ritiene la strategia della Commissione europea, tutti “fattori chiave per l’autonomia strategica e la superiorità operativa dell’Europa in materia di difesa e sicurezza”.
Nel Libro bianco sulla difesa presentato da Bruxelles in primavera, per dare il via al Piano europeo di armamento, si annunciava già che la Commissione europea avrebbe contribuito “con progressi, iniziative e programmi quantistici rilevanti alla Roadmap europea per le tecnologie di armamento” e dal 2026 c’è in programma di lanciare iniziative che creino collaborazioni tra startup e ricercatori nel settore quantum e grandi aziende del settore militare.