L’evoluzione tecnologica e i nuovi modelli di lavoro hanno ampliato in modo esponenziale le minacce informatiche. Oggi, i dati aziendali viaggiano su reti, ambienti e dispositivi sempre più eterogenei – smartphone, tablet, notebook e persino smartwatch – spesso usati in modo promiscuo tra sfera personale e professionale.
A complicare ulteriormente il quadro contribuiscono l’accesso tramite reti non protette e il crollo del perimetro IT tradizionale, che rende sempre più difficile per i team garantire visibilità, controllo e protezione.
In uno scenario così complesso, la risposta passa da piattaforme di protezione in grado di integrare nativamente hardware, software e gestione centralizzata.
Questa è la direzione intrapresa da Samsung, che ha sviluppato un ecosistema di sicurezza enterprise per i modelli di lavoro moderni. Scopriamolo.
Per Samsung, la sicurezza è un elemento strutturale di ogni dispositivo. Samsung è, infatti, uno dei pochi vendor a progettare internamente ogni componente dell’ecosistema, dai device alle tecnologie di protezione embedded, fino alle piattaforme di gestione e controllo.
Questo approccio dà all’azienda pieno controllo sulla sicurezza dei dispositivi e le permette di offrire una protezione nativamente multilivello, profonda e coerente, cosa impossibile da raggiungere se si interviene su un singolo strato.
Questa filosofia ha preso forma concreta oltre dieci anni fa con la nascita di Samsung Knox: non una semplice piattaforma cloud per la gestione e la protezione degli endpoint (come tante altre), ma un vero e proprio pilastro architetturale dei dispositivi Samsung.
Knox non si limita a monitorare o applicare policy di sicurezza: è integrato fin dal livello più profondo per rendere la protezione parte integrante dell’hardware stesso. Tutto comincia dunque dal chip, con meccanismi come:
Un esempio? La gamma di notebook Galaxy Book5 integra un chip di sicurezza dedicato (TPM, Trusted Platform Module), progettato per offrire una protezione hardware-based dei dati sensibili, comprese le chiavi crittografiche, le credenziali di accesso e altri elementi critici per l’integrità del sistema.
Come vedremo più avanti, questa componente si affianca alle funzionalità di Knox Suite per garantire una protezione continua, una gestione centralizzata e una visione unificata sull’intero parco di dispositivi aziendali.
Le innovazioni introdotte nell’ambito della sicurezza rendono il nuovo Galaxy Z Fold7 un caso a sé, che merita un approfondimento dedicato.
Il prodotto si adatta molto bene a un impiego enterprise che richiede, sempre più spesso, potenza, versatilità e garanzie strutturali di protezione.
Il nuovo smartphone pieghevole introduce funzionalità avanzate di protezione on-device per l’intelligenza artificiale, garantendo la massima sicurezza durante l’elaborazione dei dati sensibili.
Tra queste spicca Knox Enhanced Encrypted Protection (KEEP), che crea ambienti di archiviazione crittografati e isolati per ogni singola app all’interno della memoria sicura del dispositivo.
In questo modo, ogni applicazione può accedere solo ai propri dati, riducendo il rischio di accessi trasversali o condivisioni non autorizzate.
Anche sul fronte della connettività, Galaxy Z Fold7 alza ulteriormente l’asticella introducendo la crittografia post-quantistica per le reti Wi-Fi, tecnologia che rafforza una fase delicata della comunicazione: lo scambio iniziale delle chiavi crittografiche.
Si tratta di un ulteriore passo avanti rispetto alle misure già implementate da Samsung in passato, come la funzionalità Wi-Fi protetto, che cifra il traffico Internet e blocca il tracciamento delle app per garantire una connessione più sicura quando si lavora tramite reti non sicure.
Con la crittografia quantum-resistant, Galaxy Z Fold7 anticipa le minacce del futuro per offrire una difesa ancora più robusta.
Con l’evoluzione dell’intelligenza artificiale e l’aumento dei dispositivi connessi, Samsung ha introdotto poco più di un anno fa un nuovo approccio alla sicurezza: Knox Matrix, basato sull’idea – semplice ma rivoluzionaria – secondo cui i dispositivi non sono più entità isolate, ma nodi di un sistema di protezione distribuita, capaci di collaborare per rilevare minacce, bloccare attività sospette e difendersi reciprocamente.
È una visione in cui la sicurezza non è più solo locale, ma condivisa e collettiva.
Grazie a One UI 8, l’interfaccia utente dell’ultima generazione di device Samsung (Galaxy Z Fold7 compreso), Knox Matrix sta compiendo un ulteriore passo avanti, diventando più proattivo e intelligente.
Quando un dispositivo viene identificato come a rischio – per esempio, in caso di tentativi di manipolazione del sistema o di falsificazione dell’identità – si disconnette automaticamente dall’account Samsung, interrompendo l’accesso ai servizi cloud e limitando così la possibilità di propagazione delle minacce ad altri dispositivi collegati.
In uno scenario in cui la sicurezza informatica richiede risposte sempre più rapide e coordinate, blindare il singolo dispositivo non basta: serve un approccio sistemico, capace di orchestrare l’intero parco di dispositivi aziendali (smartphone, tablet, notebook, smartwatch ecc.) con precisione e continuità.
Samsung Knox Suite è la piattaforma modulare e all-in-one progettata per proteggere, configurare, monitorare e gestire in modo centralizzato tutti i dispositivi in uso nelle imprese.
In questo modo, la piattaforma completa la filosofia Samsung: unire hardware, software e gestione cloud in un ecosistema facilmente controllabile e sicuro.
Knox Suite si articola in diversi moduli che operano in modo coordinato nello stesso ecosistema, tra cui Knox Platform for Enterprise, Knox Mobile Enrollment, Knox Manage e Knox E-FOTA, strumenti distinti ma interoperabili pensati per coprire tutto il ciclo di vita del dispositivo, dalla configurazione iniziale fino alla protezione avanzata.
Knox Suite è un ambiente completo di gestione e protezione dei dispositivi. Si occupa, ad esempio, di security patching senza richiedere l’interazione dell’utente, di definire policy di utilizzo e di configurare da remoto app e impostazioni, monitorandone poi l’utilizzo per ottimizzarne le performance.
In più, tramite Knox Suite è possibile applicare policy dinamiche basate su eventi, come l’orario, la geolocalizzazione, lo stato della rete o anche la posizione del terminale nei locali aziendali: se in alcuni di essi è vietato scattare foto, viene semplicemente disattivata la funzionalità della videocamera.
In caso di smarrimento, furto o manomissione, Knox Manage – la soluzione EMM (Enterprise Mobility Management) di Samsung Knox – permette di intervenire da remoto in tempo reale bloccando il dispositivo, limitandone le funzionalità oppure cancellando in modo selettivo i dati aziendali in modo rapido e sicuro, anche su larga scala.
A rendere ancora più versatile la soluzione c’è il supporto multipiattaforma: pur essendo ottimizzata per i dispositivi Samsung, Knox Manage è compatibile anche con sistemi operativi come iOS, Windows, Mac OS, Chrome OS, iPad OS e Wear OS, rispondendo così alla varietà di device che caratterizza gli ambienti aziendali moderni.
Tutti i dati di gestione e di sicurezza confluiscono nel Security Center, il cruscotto di monitoraggio avanzato che consente di valutare lo stato di salute del parco dispositivi, dal controllo delle patch di sicurezza alla verifica dell’integrità di ogni singolo endpoint. Il sistema esegue verifiche periodiche di attestazione, individua comportamenti anomali e mette in evidenza vulnerabilità critiche per consentire un intervento tempestivo.
Non da ultimo, Knox Suite si distingue per le avanzate funzionalità di analisi, monitoraggio e risoluzione dei problemi, fondamentali in ambienti enterprise con centinaia o migliaia di dispositivi da gestire.
Attraverso un cruscotto personalizzabile, gli amministratori hanno accesso a insight dettagliati sull’utilizzo dei dispositivi e delle app: tempo di attività, occupazione della memoria, consumo della batteria, traffico dati, fino a metriche di rete come latenza o disconnessioni Wi-Fi.
Grazie al supporto del machine learning, si possono impostare soglie dinamiche e ricevere alert automatici in caso di anomalie, così da permettere al team IT un intervento tempestivo, rigorosamente da remoto.
Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Samsung