Giu 06, 2024 Approfondimenti, Attacchi, Campagne malware, News, RSS
L’ultimo report di Yarix, società a capo della business unit Digital Security di Var Group, ha rilevato che nel 2023 si sono verificati 311 mila eventi di sicurezza, un aumento dell’87% rispetto al 2022; di questi, 83 mila, circa il triplo rispetto al 2022, sono evoluti in incidenti di sicurezza col rischio di perdita di riservatezza, integrità o disponibilità dei dati aziendali.
Gli eventi considerati di gravità critica sono aumentati del 300% come conseguenza delle vulnerabilità emerse negli applicativi software di uso comune.
Guardando al dettaglio sui settori, il manifatturiero è stato quello più impattato (15%) a causa della maggior presenza di dispositivi legacy; a seguire troviamo il fashion (14%), per via dell’elevata esposizione legata alla presenza globale degli shop online, e l’area Energy & Utilities (10%).
“L’analisi evidenzia un aumento significativo degli eventi di sicurezza nel 2023. Tuttavia, riscontriamo anche un forte impegno verso l’innovazione tecnologica per affrontare le sfide di sicurezza informatica. L’aumento degli attacchi rilevati è infatti da attribuire anche agli sviluppi di nuovi scenari di monitoraggio che sfruttano tecnologie avanzate come Machine Learning (ML) e Intelligenza Artificiale (IA), le quali hanno portato a una maggiore efficacia nell’identificazione delle minacce” ha dichiarato Mirko Gatto, CEO di Yarix e Head della Digital Security di Var Group.
Il ransomware continua a spaventare le aziende, anche in Italia: il nostro Paese si è confermato al quinto posto tra i Paesi più colpiti da questi attacchi, dopo Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Canada. Dei 4.474 incidenti mappati dal team di Yarix Cyber Threat Intelligence e causati da 65 gruppi ransomware, LockBit è risultato il gruppo più attivo, responsabile del 22% degli attacchi.
Il manifatturiero è il settore più colpito anche rispetto al ransomware (19%), seguito da IT (12%), Banking e Finance (11%), sanitario (9%) e dal mondo dell’istruzione (6%).
Nel 2023 si sono registrate oltre 193 milioni di credenziali compromesse a livello globale da infostealer (+180% rispetto al 2022) esfiltrate da più di 2.8 milioni di sistemi compromessi. Più di 60 mila credenziali erano riconducibili a portali aziendali. L’Italia è al 20° posto su scala mondiale per numero di sistemi compromessi, con un totale di più di 38mila dispositivi, e al terzo posto su scala europea, preceduta da Spagna e Germania.
Anche l’hacktivismo contro target europei ed italiani è aumentato: nel 2023 sono nati e si sono consolidati diversi gruppi hacktivisti pro-Russia.
Molti attacchi miravano a destabilizzare i Paesi sfruttando le tensioni interne; tra questi, moli hanno colpito diversi target nei settori trasporti e logistica, energy & utilities, finanziario e governativo con l’intento, esplicitamente dichiarato dal gruppo NoName057, di sostenere le proteste degli agricoltori.
Sono in crescita anche le operazioni condotte da hacktivisti pro-Palestina/filo-arabi/filo-musulmani, molti dei quali affiliati a Indonesia e Malaysia, e pro-Israele, riconducibili in maggioranza a India e la stessa Israele.
Il settore dei trasporti è quello maggiormente preso di mira dai gruppi hacktivisti, soprattutto con attacchi di tipo DDoS; ciò avviene sia per generare dei disagi ad aziende e consumatori che per sfruttare l’eco mediatica rivendicando l’attacco nei canali di comunicazione ufficiali dei gruppi.
Infine, nel primo trimestre del 2024, Danimarca (10%), Italia (10%), Repubblica Ceca (9%) sono stati i 3 Paesi più colpiti da attacchi DDoS e Web-Defacement, un attacco che altera l’aspetto di una pagina web o dell’intero sito allo scopo di lanciare messaggi offensivi o politici.